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Oggi per me sei anni a Barcellona

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Oggi 15 settembre di sei anni fa mi trasferivo a Barcellona. Quante situazioni sono accadute da quel dì, che mai mi sarei immaginata. Partivo con una valigia grande e tanta speranza, e con mio fratello e un suo amico, che mi accompagnavano. In realtà era una bella coincidenza il fatto che ci fossero, loro andavano per il paracadutismo a Empuriabrava e io mi trasferivo poco lontano da lì, a Barcellona. A Roma avevo perso il lavoro e per altri motivi volevo cambiare aria. Una delle mie più care amiche viveva lì da anni, l’ero andata a trovare già due volte, era una città che conoscevo, l’unica, dicevo ai tempi, che avrei scelto per lasciare Roma. Respiravo ogni volta un’aria che mi affascinava. Questo capitava più di sei anni fa. Spesso parlavo con i miei genitori e con i miei fratelli a cena, quando vivevamo ancora tutti insieme, gli confidavo che mi ero stancata del mio lavoro, delle tante situazioni amministrative che non funzionavano e mi demoralizzavano. Dall’altra parte però aggiungevo che mai e poi mai avrei lasciato Roma. Per un romano, la propria città non è solo un luogo di residenza, ma un simbolo. Noi romani ci identifichiamo con la storia, con l’arte, con la simpatia, con il potere etc etc. Spesso dicevo a casa, mamma, se mai mi dovessi sposare sappi che verrò a vivere accanto a te e che non lascerò MAI Roma. Ecco, appunto. A volte la vita ci porta per sentieri sconosciuti, che prima neanche immaginavamo. Dobbiamo seguire il nostro istinto e conoscere bene noi stessi per prendere quelle decisioni che arricchiranno il nostro amor proprio. Anche questo vuol dire crescere, cambiare. Nel passato, prima come studentessa poi come conoscitrice del mondo circostante, ho vissuto la mia curiosità da sociologa come una risorsa per attingere da culture e sottoculture diverse tra di loro. Durante la mia giovinezza ho conosciuto varie realtà underground di Roma, con annessi gruppi sociali, che mi hanno regalato il confronto e l’apertura mentale. Sono grata a queste esperienze. Scelta dopo scelta consapevole costruiamo la nostra storia, unica e irripetibile. Ascoltandoci nel profondo, possiamo decidere ciò che è meglio per noi in quel momento, che sarà diverso da un’altra fase della nostra storia di vita. Questo per non inciampare nei rimorsi e nei rimpianti. Consiglio, nel dubbio è meglio agire. Così mi dico, faccio e vado avanti. Ora sono a Barcellona, vivo il qui e ora, il presente che tutte le mattine si manifesta quando ci svegliamo. Il passato non esiste, se non nel cuore e nei ricordi, il futuro neanche, o meglio c’è nei nostri progetti e desideri, ma ciò che davvero esiste secondo dopo secondo è il presente. A quello dobbiamo aggrapparci, con quello dobbiamo fare amicizia. Personalmente è con lo yoga iniziato a Roma nel 2012 che ho sviluppato questa nuova consapevolezza e sono cambiata, sono migliorata. Lo yoga, secondo me dovrebbero insegnarlo a scuola, voi non credete? Non è solo una disciplina della mente e del corpo, della respirazione, ma è un’attitudine alla vita. La mia insegnante di quel periodo mi ha dato molto, devo tanto a quel percorso lungo due anni di hatha yoga. Una volta a Barcellona poi durante la gravidanza mi avvicinai al kundalini yoga, interessante, ma ero lì in un altro periodo, con un’altra testa, aspettavo. Comunque mi fece molto bene, perché riuscivo a connettermi energeticamente con la mia bimba, che cresceva dentro la pancia. Fare yoga è un consiglio che vi regalo con il cuore. Riconduciamoci ora con la storia a Barcellona. Dopo un anno dal mio arrivo nella capitale catalana diedi alla luce la mia prima figlia, poi mi sposai, poi nacque il secondo figlio. Devo tanto a questa città. Mi piace molto viverci, mi sento di appartenerci, forse qualche antenato che sopravvive nel mio sangue mi ricorda le mie origini? Credo di sì. A Roma ho studiato più di dieci anni il ballo flamenco. Quando ero piccola, mi racconta mia mamma, le chiedevo di mascherarmi a Carnevale da flamenca (purtroppo non ho mai indossato questo vestito durante l’infanzia, forse perché troppo elaborato da realizzare, considerando che a confezionare i vestiti di Carnevale per me e per i miei due fratelli erano la mia nonna sarta e mia mamma, ottima didatta!). A diciannove anni esclamai a casa, mi iscrivo a flamenco! Mio padre era pugliese, terra di origine greca, ma anche di conquiste spagnole. Chissà se ho avuto davvero degli antenati spagnoli che riaffiorano nelle mie scelte presenti? Per ora mio marito e io rimarremo a Barcellona. Pur avendo la cultura romana nel cuore è qui che ora desideriamo crescere i nostri figli. Mi auguro con questo blog di fare evincere piano piano il perché. Durante i miei prossimi articoli mi auguro di illustrarvi di volta in volta cosa voglia dire per me vivere come mamme all’estero in generale e a Barcellona in particolare. Bisogna guardare il lato positivo delle situazioni. Di difficoltà nella vita purtroppo ne incontreremo, ma bisogna andare avanti fiduciosi e augurarsi che tutto possa cambiare in meglio. Devo molto ai miei genitori, in particolare a mia mamma per questa visione della vita. Ora è mio dovere trasmetterla ai miei figli e a voi che leggete empaticamente il mio punto di vista.

AD MAIORA, recitavano gli antichi romani, “verso cose migliori”.

Aggiungo, in fondo Barcino romana non è l’origine di Barcellona? Ci sono gli antichi romani dietro la sua fondazione, tutto torna.

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Chiara Elia

Nasco a Roma il 18 gennaio 1980. Ho due bambini piccoli, una femmina e un maschio. Sono laureata in Sociologia indirizzo di Comunicazione e Mass Media (tesi di laurea in Sociologia della Famiglia). Ho pubblicato tre libri di poesie, due di favole e un romanzo. Vivo a Barcellona dal 2013. Parlo italiano, inglese, spagnolo e catalano. Ho studiato danza flamenca per più di dieci anni.

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