Festività italiane in terra straniera: San Francesco d’Assisi
Da quando vivo all’estero, ormai da sei anni, percepisco di più il desiderio di omaggiare quelle che sono le festività nostrane. Una sfumatura verdebiancorossa di orgoglio patriottico ogni tanto mi sfiora l’anima. Mi accorgo così che si intrufola nel mio sentire un moto romantico, nel senso storico e filosofico del termine. Mi piace pensare che noi italiani abbiamo tanto da dire nel mondo. Come per ogni situazione sono presenti i lati positivi e quelli negativi. Tutti noi sappiamo quali siano purtroppo quelli negativi legati alla nostra terra d’origine, ma oggi vorrei soffermarmi su quelli positivi. Quando leggiamo le notizie dal mondo sono di più le notizie nere da quelle più luminose. Ora riflettiamoci su un attimo, tante persone nel mondo, tante storie diverse, è possibile che vi siano solo fatti negativi nel mondo? NO! Non è così, ma parafrasando il sociologo canadese Marshall McLuhan una cattiva notizia, è una buona notizia, (autore soprattutto del concetto di “il medium è il messaggio”, ma qui sarebbe da aprire una approfondimento sulla sociologia delle comunicazioni, che magari amplierò in un altro articolo più avanti). Il concetto soprastante sopravvive perché vende, perché fa parlare, perché fa più effetto. Ecco, per contro tendenza, vorrei concentrare l’attenzione sulle buone notizie, sul lato positivo delle situazioni, perché credetemi, ce n’è sempre uno, bisogna solo saper indossare “gli occhiali” giusti per poterlo mettere a fuoco! Di conseguenza oggi vorrei parlarvi di una festa a me cara. Ve la illustro non perché sia religiosa, ma perché è il personaggio con il suo messaggio di pace che mi interessa farvi arrivare. Mio padre, italiano che visse tredici anni in America, nello specifico in Virginia durante gli anni ’60 lavorando per la NASA, mi raccomandava spesso:” Non parlare di politica e di religione quando stai tra amici!”. Certo, lui si riferiva alla sua esperienza americana durante quei periodi caldi di forti cambiamenti sociali, dove irrompevano, nel vero senso della parola, diversi modi di pensare. A quel tempo si respirava aria di ribellione, perciò il suo consiglio dall’alto della sua esperienza era “meglio sapere bene prima con chi si parla, per evitare tafferugli non solo a parole”. Adesso, ai giorni d’oggi dico, penso che si possa parlare di tutto tra amici, sempre con il dovuto rispetto, ed è quello che mi propongo di fare oggi, scrivendovi questo articolo.

Tornando a noi e alla multiculturalità, che è una grande risorsa, penso che parlare delle nostre tradizioni nel luogo straniero dove abitiamo sia importante per continuare e per far sopravvivere quel legame che c’è e ci sarà sempre con la terra d’origine, con la nostra terra madre.


Per tanto vorrei parlarvi della festa che oggi 4 ottobre ad Assisi, vicino Perugia in Italia, si celebra per San Francesco. Il messaggio di questo Santo, aldilà se una persona che lo riceva sia credente o meno, secondo me regala punti di riflessione. L’aria di rispetto che infonde è notevole, non solo perché è il patrono d’Italia, dei poeti e dell’ecologia, ma anche perché ci insegna la pace. Questo concetto insieme a quello per il rispetto degli animali è un concetto laico, poi se sia stato un santo a dirlo, secondo me è solo un notevole punto di partenza in più, non pensate? San Francesco è un esempio di umiltà, e di questi tempi è un valore che bisognerebbe rispolverare, soprattutto per tramandarlo ai nostri figli. Agli inizi del 1200 Francesco ebbe la sua conversione e si spogliò delle sue ricchezze. Penso che tra di voi ci siano credenti e atei, pertanto mi piacerebbe rispettare entrambe le visioni e inviare un messaggio che sia filosofico, nel senso che possa essere di riflessione per tutti. Il mio è un desiderio patriottico puntuale, che coglie l’occasione per parlare di una festa italiana da residente all’estero. Inoltre ci tengo a dire che mia madre è nativa di Assisi e che perciò collego a questa città gran parte della mia infanzia e della mia crescita spirituale. Mi riferisco a questa non solo sotto l’aspetto della religiosità, che poi ognuno vive a suo modo e in maniera differente, ma a un percorso intimo che abbraccia, nel mio caso anche lo yoga, la conoscenza della filosofia occidentale ed orientale, la voglia di leggere, di confrontarsi e di viaggiare, esperienze da cui attingere per una migliore crescita personale.

Concludo e approfitto per fare gli auguri dell’onomastico a tutte le Francesca e i Francesco che oggi 4 ottobre leggeranno questo mio articolo, per omaggiare non solo un Santo importante per l’Italia, ma anche per sottolineare un messagio universale di amore, di pace e di libertà.

Ciao Chiara!
Vivere a Estero…Quanti riccordi! Niente Onomastico per il nome Carole. Pero’ mi ricordo la Mucca Carolina 😊. No Thanksgiving , pero’ Natale in Italia , tanti bellisimi giorni insieme a famiglia…Scala quaranta e Tombola.
Mia Mamma non parlava italiano con noi e le usanze italiane e le feste tutte lasciate in Italia. Anche Nando aveva lasciato in Italia la cultura Italiana. Il ritorno in Italia, si capiva che si puo avere un po di queste usanze.e un puo di quelle usanze. Io con I mei figli ho cercato di avere il Best of both Worlds. Usanze italiane in un mondo Americana.
Un abbraccio
Carole
Cara Carole, grazie per questo commento. Quello che tu descrivi è proprio la doppia anima di chi vive il bilinguismo e il trilinguismo. Ciò comporta doppie feste nazionali, doppie tradizioni e culture differenti, ma integrate in una nuova realtà. Tutto ciò penso arricchisca la crescita individuale, perché favorisce vari punti di vista, aprendo la mente, per non temere e accettare il “diverso”. Un abbraccio