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La prima volta sulla neve con i bimbi

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Innanzitutto chiedo venia per aver tardato nell’uscita di questo nuovo articolo. Questi 40 anni mi hanno molto coinvolto e fatto organizzare su vari fronti. Proprio ieri, a una settimana di distanza dal mio compleanno, ho ricevuto a casa alcune mamme-amiche per festeggiare insieme con una merenda/festa a casa mia (6 adulti, 8 bambini). Mi hanno portato un grande mazzo di fiori e un bigliettino con parole molto dolci.

Vi sembrerà l’inizio di una barzelletta, ma tra le mamme che hanno partecipato a questo regalo c’erano: una catalana, una marocchina, una francese, una italiana, una siriana e una argentina. Questo è il fascino di vivere in una città multiculturale come Barcellona, trovo che ciò sia una grande risorsa. Oltre a questa merenda/festa con tanto di due torte (una cheesecake per le mamme con sopra una candelina numero 4, più torta al cioccolato per i bambini con candelina numero 0), ho festeggiato con la mia famiglia sulla neve.

Per l’occasione è venuto uno dei miei due fratelli da Roma con la moglie. Sono stata felicissima di percepire questo calore fraterno durante questo fine settimana candido e gelido allo stesso tempo. L’idea mi era venuta in mente qualche mese prima, quando la proposi a mio marito (è grazie a lui che ho passato un super 40esimo compleanno “coi fiocchi”). ”Che dici se ce ne andiamo sulla neve quando compio gli anni?” E così è stato. Per fortuna festeggio gli anni a gennaio e non a luglio, sennò sarebbe stata un’impresa ancora più ardua per lui. Invece tutto è andato liscio. Siamo partiti venerdì e tornati domenica, mentre il mio compleanno capitava proprio di sabato, perfetto. Un altro aspetto che mi ha entusiasmato di questo progetto è stato quello relativo al fatto che per i bambini sarebbe stata la prima volta sulla neve. Due situazioni in una. Abbiamo prenotato vicino Ribes de Freser in Catalogna a circa due ore da Barcellona. L’idea era proprio quella di conoscere i Pirenei catalani. L’albergo era una baita tipica montanara, tutta in legno, suggestiva, con tanto di povero cinghiale imbalsamato.

L’atmosfera che si respirava era molto rilassante. Lì stavamo a circa 1000 metri, ma non c’era neve. Il primo giorno, il venerdì, appena arrivati, ci siamo sistemati nella camera e, per seguire l’entusiasmo scopritore dei bambini, ci siamo subito cambiati e rimessi in macchina, questa volta per perlustrare la zona alla scoperta della neve. Intorno a noi il nulla montanaro, con distese di prato verde e alberi rigogliosi. Avevamo chiesto informazioni sulla neve al proprietario dell’albergo, che ci disegnò su un foglio di carta il tragitto da compiere con tanto di mappa (proprio ad ignorare le tecnologie Gmaps; viva i vecchi metodi, avrà pensato lui). Ecco che inizia l’avventura. Cominciamo a salire di quota con la macchina. Noi tutti bardati da neve, la temperatura fuori non poi così fredda. Ecco che le curve della montagna ci fanno salire più su, più su, più su e incontriamo la pioggia. Prendiamo tutti gli svincoli che il proprietario ci aveva disegnato sulla mappa, ma perché non c’è la neve? Continuamo fiduciosi, ed ecco che esclamo ai miei figli: “ guardate, la pioggia diventa neve!”, “è nevischio!”, aggiunge mio marito. Ed era proprio così. Continuando per la strada di montagna avevamo cominciato a incontrare qualcosa che si avvicinava alla neve. Ancora qualche metro ed eccola lì. Mio marito si fermò con la macchina, mia figlia e io uscimmo subito, finalmente! Mia figlia era felicissima che le stesse nevicando letteralmente sopra la testa. Risalimmo in macchina, per poi rifermarci e riscendere solo quando ci accorgemmo che di neve ce ne era tanta e che bisognava mettere le catene ai pneumatici. Varie auto, come noi si adoperavano per metterle, ma quando toccò a noi, ci accorgemmo che non andavano bene, l’agenzia di macchine a noleggio, dove avevamo preso quella ci aveva portato fin lassù da Barcellona, ci aveva dato in dotazione delle catene sbagliate… ma come si può essere così sbadati? Rassegnati al fatto che non potevamo proseguire oltre, ci consolammo alla grande, direi, mettendoci a giocare con la neve che c’era lì nei pressi, guardandola attraverso gli occhi dei nostri figli, che l’ammiravano per la prima volta. Chi saltava di qua, chi tirava le palle di neve di là, chi faceva un pupazzo, chi faceva finta di sciare… insomma entusiasmo allo stato puro. Ad un certo punto ecco che arrivava pure lo spazzaneve, tutto risolto. In neanche mezzora la strada era di nuovo pulita, saremmo potuti ritornare nel nostro albergo-baita.

Il giorno dopo, giornata vera e propria del mio compleanno ci organizzammo per andare con un trenino, la Cremallera , che in catalano vuol dire “cerniera”, nella località sciistica di Vall de Núria. Lì ci eravamo dati appuntamento con mio fratello e sua moglie, che nel frattempo erano arrivati il giorno prima a Barcellona, tutto calcolato! Questa Cremallera si arrampicava sulla montagna su di un binario che sembrava una chiusura lampo.

Cremallera il binario a ” cerniera”

Vall de Núria è raggiungibile solo con questo treno. Una volta giunti, la neve era assicurata, stavamo sui 2000 metri. Subito ci mettemmo a giocare con gli slittini, aspettando che arrivassero gli zii tanto attesi. Eccoli finalmente! Dopo averli salutati, i bimbi cominciarono i giochi di neve con loro, che divertimento! Abbiamo passato lì tutta la giornata, c’era il sole, i bimbi si sono pure abbronzati, siamo stati bene.

La sera poi a cena fuori con tanto di torta, di regali e di sorrisi, poi tutti a dormire sotto lo stesso albergo-baita, dove scoprimmo anche delle volpi e un gatto selvatico, tutti imbalzamati, poveri. Il giorno dopo facemmo colazione tutti insieme, per poi ripetere l’esperienza sulla neve, con gli zii lì fin da subito. Questa volta però andammo a La Molina, un’altra stazione sciistica. Anche lì ci cimentammo con gli slittini, con i pupazzi di neve, mentre ogni tanto osservavo come i miei figli si mangiassero la neve. Anche questo fa parte della scoperta, l’aspetto sensoriale. Concludo dicendo che di meglio non potevo chiedere per trascorrere il mio 40esimo compleanno. Grazie a mio marito, grazie ai miei bimbi, grazie a mio fratello e a mia cognata venuti da Roma. Avrò questi ricordi nel cuore per i prossimi quarant’anni!

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Chiara Elia

Nasco a Roma il 18 gennaio 1980. Ho due bambini piccoli, una femmina e un maschio. Sono laureata in Sociologia indirizzo di Comunicazione e Mass Media (tesi di laurea in Sociologia della Famiglia). Ho pubblicato tre libri di poesie, due di favole e un romanzo. Vivo a Barcellona dal 2013. Parlo italiano, inglese, spagnolo e catalano. Ho studiato danza flamenca per più di dieci anni.

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