Dopo 7 anni, cambio vita
Quest’anno, per lo speciale ritorno a scuola, è passato inosservato il mio anniversario di arrivo a Barcellona del 15 settembre 2013. Sono già sette anni che mi sono trasferita da Roma in questa splendida città catalana. Quanti cambiamenti durante questi anni! Primo tra tutti quello di aver perso il mio impiego italiano. Lavoro dall’età di diciannove anni. Ho iniziato dopo la maturità classica per pagarmi gli studi universitari e le varie spese (viaggi, vestiti, flamenco, benzina, etc etc) che necessita una giovane ragazza, che vuole esplorare il mondo e se stessa. Arrivata a Barcellona non lavoravo, mi sono così presa alcune settimane sabbatiche, che sono diventati mesi con l’arrivo della prima gravidanza. Ricordo quei primi giorni a Barcellona, mentre per esempio studiavo flamenco in un Centro Civico del quartiere Born, come uno dei periodi più belli della mia vita. Avevo già viaggiato abbastanza, ma non avevo mai fatto un’eperienza all’estero così lunga, nè l’Erasmus nel periodo universitario. Mi ricordo la forte sensazione di libertà, di aspettative positive, di avventura. Mi sembrava di essere eternamente in vacanza. Tra l’altro ero anche innamorata, e l’amore si sa rende tutto più luminoso.

Insomma sono passati sette anni da quel dì. Con mio marito ho costruito una famiglia, infatti a Barcellona ho dato alla luce due bambini. Da quando sono nati ho fatto una scelta personale: essere mamma a tempo pieno per i loro primi tre anni di vita, cioè fino alla prima scolarizzazione della scuola materna, volendo evitare volontariamente l’asilo nido. Così facendo sono sette anni che mi dedico al 100% ai miei figli. Ho scelto liberamente di mettere da parte il lavoro e gli interessi personali, cercando di puntare sulla qualità e sulla quantità del tempo passato con loro. Non volevo che fossero delegate altre persone per la loro educazione, tipo babysitter, nonni, amiche, educatori esterni; ci tenevo e ci tengo tutt’oggi che i punti di riferinto siamo mio marito e io, poi i parenti certo. Quella di dedicarsi interamente ai figli, lo capisco, è una decisione molto personale. Molte mamme, senza giudicare e con rispetto parlando, scelgono di lavorare fin da quando i figli sono solo dei teneri bebè, a volte dai quattro mesi già frequentano gli asili nido. A volte, capisco, le situazioni sono obbligate da bisogni economici, per i quali una mamma deve lavorare per forza, senza neanche poter scegliere. Rispetto a questo mi sento fortunata, per me è stato un lusso poter decidere di essere una mamma a tempo pieno. E lo rifarei.

Adesso, dopo 7 anni la mia vita sta cambiando. Con l’inizio della scuola del 14 settembre 2020 per me si è conclusa un’epoca, ora devo ridisegnare il mio presente. A parte la mia filosofia del “qui e ora” (mi sono pure tatuata il 1 luglio 2020 sul braccio destro “hic et nunc” in latino), penso che il cambiamento faccia parte della vita. Mi piace pensarmi in nuovi obiettivi. Durante questa estate, alla vigilia del grande cambiamento, mi sentivo anche un po’ disorientata: ora che anche il figlio piccolo sarà scolarizzato che farò durante la giornata? Non sono abituata a tante ore libere! Ho riflettuto, ho ascoltato me stessa e ora mi sono organizzata per riprendere in mano i miei interessi, per continuare a studiare, per formarmi meglio, per cercare un nuovo lavoro. Ho una gran voglia. Ci tengo a dire che pur essendo stata per 7 anni una mamma a tempo pieno sono riuscita ogni tanto a ritagliarmi del tempo per me. Grazie a mio marito che mi dava il cambio, alle “nonne volanti” che ogni tanto venivano a trovarci a Barcellona, ma soprattutto sfruttando le ore di sonno dei miei bimbi. Certo il tempo era sempre poco, ma qualcosa sono riuscita a farci: ho pubblicato il mio romanzo “Storie Trasteverine” nel 2016; ho iniziato lo studio del catalano dal 2018 conseguendo nel 2020 il livello B2; ho aperto questo blog nel 2019 che adoro e che mi stimola.

Insomma mamme bisogna sapersi organizzare, senza perdere di mira le necessità affettive che sono le priorità dei nostri figli. La decisione di fare la mamma a tempo pieno per i primi tre anni di vita dei miei figli è nata dal fatto che ci tengo alla salute psicologica, emotiva e affettiva dei miei figli. Ogni decisione ci porterà a delle conseguenze. Per quanto mi riguarda le necessità psicologiche dei miei figli per i loro primi tre anni di vita, che i pedagoghi dicono essere fondamentali per la loro crescita serena, venivano prima di tutto. Ogni mamma farà la scelta che ritiene migliore per sé e per i suoi figli, ma considerate che il tempo non torna indietro e “chi semina raccoglie”. L’altruismo vince sull’egoismo.