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Un menù d’autunno per la Festa di tutti i Santi

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Oggi che è Halloween mi sento ispitata a presentarvi un menù d’autunno. Come sapete, questo non è un blog di cucina, ma di confronti culturali, in particolare tra la società catalana, dove vivo ogni giorno, e quella romana, dove sono cresciuta. Per il mio ultimo compito di catalano, che ho consegnato alla professoressa qualche giorno fa, ho proposto un menù italiano, tradotto in catalano, che ho intitolato “menù d’autunno”: tagliatelle al tartufo, tagliata di carne ai funghi porcini e come dolce il castagnaccio. Molti di voi penseranno che sono piatti abbastanza conosciuti, non ci troverete niente di strano, ma per dei catalani potrebbero risultare interessanti da provare, a loro piace di solito esplorare i sapori delle culture diverse, perciò si potrebberero incuriosire. La professoressa, che di solito è molto severa in quanto a voti, questa volta mi ha messo il massimo. Mi ha spiegato che è stato un piacere leggere il mio testo, che in realtà più di essere una ricetta era una rassegna del piatto proposto. In totale ne ho proposti tre, primo, secondo e dolce. Sono stata parecchio contenta, sia per il voto, sia perché la prof si è incuriosita, infatti nelle rassegne ci ho messo anche dei cenni storici per spiegare la provenienza delle pietanze.

Con l’occasione delle varie feste in corso, che sia Halloween o la festa di Tutti Santi o quella dei morti del 2 novembre, oggi mi è venuto in mente di proporvi due ricette che mia mamma proponeva alla mia famiglia ogni anno durante questi giorni: il pan nociato e il castagnaccio. Mia mamma è umbra, nata ad Assisi, perciò la tradizione è di casa. Durante questo periodo dell’anno era consuetudine trovare in tavola piatti tipici della stagione, confezionati rigorosamente in casa con prodotti scelti. Ora che vivo a Barcellona ci tengo a tramandare queste tradizioni del centro Italia ai miei figli, e chissà forse anche a qualche catalano. La mia tenacia nello studiare la prima lingua autoctona è fondata sulla ricerca della massima integrazione, solo così ci si comprende a vicenda, se io capisco te ho probabilità che tu capisca me, ci vuole un pizzico di umiltà, di apertura e di pazienza. Ma ora andiamo al sodo, basta con le parole e dirigiamoci alle due ricette di oggi: il pan nociato e il castagnaccio da “casa di mamma Angela”. Il primo è un tipico pane umbro fatto con le noci, il secondo è di origine toscana. Ecco a voi:

PAN NOCIATO

Ingredienti

500 grammi di farina di grano

16 grammi di lievito di birra

Acqua tiepida (qb)

150 grammi di noci

100 grammi di pecorino

mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva

1 cucchiaino di pepe

un pizzico di sale

Procedimento

Prima di tutto preparate la massa per il pane con la farina, il lievito e l’acqua. Lasciatela riposare per 2 ore. Intanto tritate le noci e il pecorino. Unite i composti alla massa, insieme al sale, all’olio e al pepe. Lasciate lievitare per altre 2 ore. Infornate a 200 gradi in forno statico preriscaldato per 40-45 minuti.

CASTAGNACCIO

Ingredienti

300 grammi di farina di castagne

2 cucchiai di cacao amaro

1 tazza di latte freddo

2 cucchiai di olio di semi di mais

150 grammi di zucchero

una scorza d’arancia grattuggiata

una manciata di pinoli

una manciata di uvetta

una manciata di noci spezzate

1 cucchiaino di lievito

1 pizzico di sale

Procedimento

Prima di tutto mettete in ammollo l’uvetta in acqua tiepida. Unite in un recipiente la farina di castagne, il cacao, il sale, lo zucchero, l’olio e il latte a poco a poco. Girate con le fruste. Aggiungete all’impasto l’uvetta, la scorza d’arancia, i pinoli e le noci. Mescolate con un cucchiaio di legno. Aggiungete il cucchiaino di lievito e girate bene per amalgamare il tutto. Oliate la teglia e infornate a 200 gradi in forno statico preriscaldato per un’ora.

Il castagnaccio

Il mio augurio è quello di passare questi giorni in famiglia, ricordando i nostri cari, che ora non ci sono più. Omaggiare i morti è importante per tramandare il loro affetto ai nostri figli. Un esempio di questo sta nel bel film della Disney Pixar “Coco”, che vi consiglio di vedere proprio in questi giorni, se non lo avete ancora fatto.

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Chiara Elia

Nasco a Roma il 18 gennaio 1980. Ho due bambini piccoli, una femmina e un maschio. Sono laureata in Sociologia indirizzo di Comunicazione e Mass Media (tesi di laurea in Sociologia della Famiglia). Ho pubblicato tre libri di poesie, due di favole e un romanzo. Vivo a Barcellona dal 2013. Parlo italiano, inglese, spagnolo e catalano. Ho studiato danza flamenca per più di dieci anni.

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